sabato 16 febbraio 2019

INTERVISTA SHADE





Abbiamo incontrate Shade, poco dopo la sua partecipazione al Festival di Sanremo. Ecco la sua intervista per noi!






La prima cosa che ti viene in mente ripensando all'esperienza di Sanremo?
Sicuramente la paura di salire sul palco perché era uno dei momenti più brevi e allo stesso tempo più lunghi. Perché sfiga vuole che ogni volta che dovevamo salire io e Federica partiva uno sketch di comico di Bisio quindi dovevamo aspettare la fine ma noi eravamo già pronti a salire quindi eravamo lì nervosissimi perchè sapevamo che di lì a poco c'avrebbero visto milioni di persone in mondovisione! Era un semplice teatro come ne ho visti tanti però allo stesso tempo era anche la porta per il mondo perchè ti apre veramente al mondo, quindi sicuramente quelli sono i momenti che ricordo in maniera più nitida e anche più sentita.


Il testo della canzone "Truman", sembra molto autobiografico.. è così o hai solo voluto raccontare una storia?
E' autobiografico dalla prima all'ultima parola, molto sentito e motivo per cui ero indeciso se inserirlo o meno nel disco Truman che è uscito a novembre. Alla fine ho deciso di inserirlo nel re-pack perché comunque parla di me e parla di un'esperienza che ho vissuto e che magari hanno vissuto anche tanti ragazzi, quindi mi sembrava coerente rimanere me stesso e parlarne in questo re-pack, avendo poi fatto anche Sanremo è stata un'occasione per ripresentare questo disco e "Truman" è la title track più azzeccata. 


Secondo te, come mai, soprattutto nelle ultime uscite discografiche italiane si trattano temi tanto importanti e profondi, tipo appunto il bullismo, o la pedofilia e gli abusi?
Nella fattispecie di Sanremo sono tematiche che non passano inosservate presentate su un palco importante. Per esempio mi viene in mente Ermal Meta e Fabrizio Moro con la tematica della guerra, è sempre un modo per far ascoltare certe cose alle persone perché Sanremo è seguitissimo e quindi uno ne approfitta e porta qualcosa di molto valido, motivo per cui mi sarebbe piaciuto portare la mia vecchia "Patch Adams" e motivo per cui proposi "Truman" un anno fa alla commissione di Sanremo, poi non fu presa però alla fine l'ho inserita nel disco. Diciamo che appunto Sanremo è un po' un trampolino per queste tipo di tematiche perché magari se uscisse al di fuori verrebbe snobbata visto che le cose più intelligenti vengono sempre snobbate. Alla fine penso che trovino sempre una giusta via per arrivare alle persone, anche se "Patch Adams" non è tra le mie canzoni più ascoltate, chi l'ha ascoltata l'ha apprezzata al 100% ed è questo quello che conta.


Nell'album troviamo diversi duetti con artisti di ogni genere, da Federica Carta passando per Nitro fino ad arrivare a J-Ax, qual'è stato quello che ti ha creato più ansia nel registrarlo?
Quello con J-Ax! Mi vergognavo anche solo a chiamarlo e chiedergli di farlo, perchè comunque è J-Ax, io lo ascolto dalle elementari, mi ricordo che avevo la casettina degli Articolo 31 quindi è proprio un mito per me. Avere già il suo numero mi dava ansia, figurati chiamarlo e chiedergli di fare una canzone con me, invece poi lui è stato gentilissimo, mi ha detto che mi avrebbe fatto anche la strofa mentre io volevo fargli fare solo il ritornello che era già scritto, non doveva impazzire a scrivere lui invece non solo ha scritto la strofa, ha cantato il ritornello, è venuto in studio e mi ha anche chiesto se mi piacesse la strofa e se volessi cambiare qualcosa. Tra l'altro ci tengo a dire che è arrivato in studio da solo, sai, uno si aspetta che arriva con il bodyguards, invece era da solo con il suo Ipad, la strofa scritta ed è stato di una gentilezza disarmante. Poi ci ha raggiunto anche Grido che è suo fratello ed è anche lui presente nel disco, è stato come stare in studio tra amici anche se era J-Ax


Sei al tuo quarto album. Come ti senti a riguardo? Maturato, migliorato?
Secondo me siamo più al terzo e mezzo, in effetti però dire quarto album è corretto ma io lo sento più come terzo e mezzo visto che ho aggiunto solo 4 canzoni. Mi sento cambiato sicuramente dal punto di vista umano, prima ero più immaturo quando è uscito "Mirabilansia". Mi sento maturato artisticamente anche, perché dal punto di vista della scrittura ho trovato una mia indipendenza, agli inizi ero molto attaccato a Danti che è stato un mio insegnante molto, molto valido che scrive per buona parte della scena italiana, diciamo un ottimo insegnante. Sono riuscito a trovare un mio mondo, un mio stile, un mio taglio quindi sono molto felice di questo.


Tornando ai vecchi ricordi, cosa diresti in questo momento allo Shade di MTV Spit?
Forse di non prendersela troppo per alcune critiche, di fare il suo come poi ho fatto però senza l'ansia che ho avuto nel farlo perché dopo Spit avevo veramente l'ansia della "vasca dei piragna", tutti che volevano farmi fare tutto e subito, firma per questo, firma per quello, invece ho aspettato due anni e poi ho firmato con la Warner. Quei due anni di attesa sono stati però massacranti umanamente parlando perché tutti ti mettevano addosso la pressione del "se non lo fai ora è troppo tardi" invece credo sia stato importante aspettare il momento giusto. Quindi gli direi semplicemente di avere meno ansia e di non farsi ansiare dalle persone intorno.


E invece tra 10 anni come ti vedi? Ancora lo Shade cantante e doppiatore o magari qualcos'altro?
Speriamo di non essere troppo invecchiato tra 10 anni. Mi piacerebbe doppiare, quello sicuramente tanto. Sto lavorando veramente tanto con il doppiaggio ed è veramente faticoso riuscire a conciliare tutti gli impegni. Mi piacerebbe doppiare ad un livello più alto, magari farmi sentire anche a Roma che è la capitale italiana ma è anche la capitale del doppiaggio e mi piacerebbe continuare a lavorare nel mondo della musica, come rapper o come autore o come speaker non lo so, qualunque cosa va bene basta che ci sia la musica di mezzo!


Il tuo miglior doppiaggio?
Non lo so, non sono bravissimo. Credo sia venuto molto bene quello che ho fatto di Inazuma Eleven che è un cartone animato sul calcio, molto seguito dai ragazzini, non sapevo fosse così seguito. Ho messo per sbaglio una foto di un frame e mi ha scritto il mondo su Instagram. E' stato difficile perché il protagonista è un bambino di 8 anni e l'ho dovuto doppiare io e quindi ho dovuto alleggerire la mia voce tantissimo eppure ci stava abbastanza dentro, credo sia quello venuto meglio fin'ora ed è anche l'ultimo che ho fatto.


Tre parole per cui la gente dovrebbe ascoltare il tuo album
Allora, diciamo una parola è "Sanremo" perché c'è la canzone di Sanremo, quindi vale assolutamente la pena!
"Truman" perchè è il titolo dell'album ed è anche la sua essenza perché c'è dentro la verità.
"Zarro" perchè è zarro, la copertina rossa è molto zarra e sicuramente molto più figa e appariscente di quella blu.
Questi sono i tre motivi.



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