Terzo classificato tra le nuove proposte di Sanremo con il brano "Universo", ecco l'intervista di Francesco Guasti
Come stai vivendo il periodo dopo Sanremo?
Diciamo che, come ho sempre detto, Sanremo è un frullatore di emozioni. Ancora mi devo un po' riprendere dal jet leg di Sanremo perché ha un paio di settimane con orari molto strani e dopo hai bisogno di qualche settimana per ripigliarti. Però bene, sto girando e sto più che altro, preparando l'estate per suonare, per portare in giro nelle varie piazze d'Italia il disco.
L'instore per me è una cosa nuova, una cosa un po' strana però insomma in alcune piazze, quasi in tutte, ma soprattutto Milano, Roma e Firenze veramente è andato molto bene e siamo rimasti molto contenti. Quindi me lo sto vivendo davvero bene.
Com'è nato il brano "Universo" e perchè hai scelto proprio questa canzone per ripresentarti al festival?
“Universo” è nata da una porta in faccia dello scorso anno; ero arrivato sempre nei 12 finalisti e poi in qualche modo sono arrivato a Roma ma non ho visto il papa e da lì è nata, da questa “sconfitta”. Questa è una canzone di speranza che dice di non arrendersi mai, di indossare il miglior paio di scarpe che abbiamo nel guardaroba e correre verso il proprio presente per costruire il proprio futuro. Quindi mi sembrava la giusta canzone che rappresentava un po' quello che avevo in quel momento nella testa e quindi ho portato questa canzone ed è andata bene. Sono contento, a quanto pare ho scelto bene!
E per quanto riguarda i Big in gara, per chi facevi il tifo?
Io sono toscano e molto amico di Marco Masini quindi probabilmente per Marco. Ha un gran pezzo e ha un bellissimo disco quindi sicuramente per Marco.
Cosa ti ha lasciato l'esperienza di "The Voice"? La rifaresti?
Bah si, rifare si. The Voice è una vetrina anche quella, una vetrina un po' strana perché i talent sono una vetrina strana. Sono una cosa che arriva e poi si vede. Io l'ho fatto a trent'anni e quindi non ero proprio un novellino, diciamo che vengo un po' dalla vecchia.
La cosa che mi è piaciuta del talent è stata sicuramente quella di conoscere e poter lavorare con Piero Pelù e invece una cosa che non mi piaciuta è che poi ti appiccicano una sorta di etichetta che “ha fatto il talent” e sembra che tu abbia fatto solo quello nella vita, tutto quello che hai fatto prima, tutto quello che hai costruito e che ti sei fatto non soltanto in musica sembra quasi che venga cancellato. Lo rifarei per alcuni aspetti ma non per altri.
Ascoltando i tuoi brani nell'ultimo album, abbiamo notato che l'argomento che prevale è l'amore. Come lo vivi tu questo sentimento?
Ci sono diverse canzoni nelle quali si parla di amore ma mai di amore tra una coppia. Solamente una canzone parla dell'amore tra una coppia ed è “Cercami adesso”, poi il resto è sempre amore in generale perché l'amore è visto nel mio disco e nel mio modo di vederlo come amore verso un'amicizia, una persona o anche magari ad un animale visto che io sono sempre molto legato agli amici a quattro zampe.
L'amore è una cosa in generale, in alcune canzoni come in “Amore ad ogni costo” parlo dell'amore in cui a volte non c'è l'affetto, l'abbraccio; parla dei momenti difficili che ognuno di noi attraversa nella sua vita.
L'amore è parte integrante del disco però io lo vivo bene, sono molto amato; ho molti amici e tante persone mi vogliono bene.
Lo vivo bene e lo racconto in questo disco non soltanto dalla mia versione ma anche dalla versione delle persone che mi stano vicino e cerco di raccontare un po' anche la loro storia.
Quali sono stati gli ascolti che ti hanno più influenzato all'inizio della tua carriera?
Ho sempre ascoltato De Gregori. Fino all'età di sei anni pensavo ci fossero solo De Gregori, Guccini e Finardi perché mio papà in macchina metteva solo loro con le cassettine.
Da bambino ascoltavo la musica principalmente in macchina e sentivo sempre questi e dicevo “ci saranno solo loro”. Quindi le influenza maggiori sono arrivate sicuramente da De Gregori e tutt'ora è il mio artista preferito.
Secondo te, quali sono i tuoi punti di forza?
Sicuramente la testardaggine, quella di non mollare mai nonostante tutto, di sorridere in tutte le situazioni.
La vita è bella per tante cose e probabilmente è proprio la testardaggine che mi ha permesso di arrivare a Sanremo. Poi spero che arrivi anche un po' il messaggio delle canzoni e che possa piacere anche il mio modo di scrivere e il mio modo di cantare; spero che alle persone sia arrivato anche questo. Tutto questo semmai devono essere gli altri a dirlo.
Tre cose di cui non faresti a meno
Sicuramente degli amici a quattro zampe, del cellulare perché ormai è parte integrante della nostra vita, anzi delle Instagram Stories e della famiglia.
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