Intervista a Giò Sada: vincitore di Xfactor9, ci parla del suo nuovo album "Volando al contrario"
Sei cambiato sia a livello personale che musicale dalla vittoria di Xfactor, un anno fa, ad oggi?
Musicalmente c'è stata una crescita sicuramente perché ho avuto la possibilità di lavorare con un po di professionisti, con più spessore di me e quindi ho imparato tanto. Personalmente no, non sono cambiato per niente. Frequentiamo sempre gli stessi posti, usciamo sempre con la stessa gente e siamo socievoli come prima.
"Volando al contrario" è il tuo primo vero album, come sono nate le canzoni? Hai riscontrato qualche difficoltà nel realizzarlo?
Le canzoni sono nate come nascevano prima, nel senso che cominciavamo con un'idea di testo o di melodia in generale e poi si formavano da sole senza scegliere di che genere doveva essere o che cosa doveva seguire; avevano una crescita naturale. La difficoltà è stata soprattutto riuscire a prenderci il nostro tempo perché quello a cui si è abituati, per consuetudine al talent, è che, appena finisci, devi fare qualcosa subito. La gente vuole qualcosa subito oppure è abituata ad avere qualcosa subito. Non si può fare un disco in due mesi soprattutto comporlo, produrlo.. Non si può fare. Quindi ci siamo presi il tempo. In questo caso nove mesi come un bambino... Anche quando una donna è incinta non è che vai là a dirle "quando esce? Quando esce?" La si lascia tranquilla perche così dopo nove mesi il bambino è cresciuto in maniera sana, ha un'anima e la stessa cosa vale per un disco. Questa cosa di X Factor è stata quasi una provocazione e volevo dimostrare che fosse possibile, anche dopo un talent, che ci potesse essere qualcosa di concreto, no qualcosa da supermercato.
C'è una canzone di questo tuo nuovo album al quale sei particolarmente legato e perchè?
A dire il vero ce ne sono un po'. "Ciò che lascio" è una perché è la prima canzone che registrai con il mio gruppo ancora quando facevamo hardcore ed era un pezzo hardcore e lo abbiamo riarrangiato e insistito nel disco perché io ci tenevo tanto. E poi c'è "Lago" che è stata fatta per me dal mio migliore amico. L'ha composta lui al piano quando io ero nel programma siccome gli mancavo. È una canzone triste, io ci ho messo il testo e la melodia ed è uscita fuori.
Parliamo ora del tour, New York e poi Los Angeles, sei emozionato? Cosa dobbiamo aspettarci poi nelle tappe italiane?
Si sono emozionato per New York e Los Angeles ma non ci sto pensando per adesso. Appena salirò sull'aereo comincerò ad entrare in ansia. Per le date italiane... Io non vedo l'ora di suonare! Quella è la nostra dimensione, quindi là c'è tutto quello che siamo, come siamo e c'è la verità assoluta. Io invito tutti a vedere il live perché saranno divertenti e mi dedicherò io alla scenografia perché mi piace curare queste cose. Ci si può aspettare di tutto da queste date.
Tre cose di cui faresti a meno
Cellulare, Facebook per un po' e la televisione.