Abbiamo incontrato i dARI prima del loro concerto a Padova presso il Mame Club, ecco la loro intervista con qualche curiosità..
Siete arrivati al successo nel 2008 e siete tornati ufficialmente sulla scena musicale quest'anno, come state e cos'è successo in tutti questi anni?
Dario: In realtà non siamo proprio tornati adesso, per i più affezionati non abbiamo mai mollato la scena completamente, nel senso che abbiamo sempre pubblicato periodicamente con la cadenza di qualche mese un singolo nuovo e poi adesso abbiamo iniziato effettivamente a portare lo show in giro per l'Italia.
Un po' ce ne siamo andati ma ci sta, nel senso abbiamo fatto una pausa e quindi adesso siamo in "pompa", vogliamo suonare tanto e lo stiamo facendo!
Vi ritenete cresciuti sia a livello personale che musicale?
Dario: Eh si, siamo diventati vecchi (ride). Si siamo cresciuti professionalmente, siamo cresciuti personalmente e in realtà abbiamo le spalle più larghe, una percezione diversa delle cose e lo facciamo con una prospettiva differente rispetto a prima, un po' più metodica.
Prima eravamo un po' più "naif" adesso siamo un po' più con il mirino, nel senso che riusciamo a capire certe cose che magari prima l'inesperienza e il fatto di essere bombardati da milioni di cose non ce lo faceva capire. Non avevamo l'esperienza che adesso abbiamo e quindi riusciamo a inquadrare meglio come stanno le cose da un punto di vista differente da prima.
Sappiamo che state lavorando al vostro nuovo album, dal quale avete già pubblicato alcuni singoli, ci potete anticipare qualcosa?
Dario: L'album è pronto. Abbiamo continuato a mettere fuori alcuni pezzi proprio per far capire alla gente, o meglio a chi ci segue, che non è che li prendiamo per il culo in sostanza, cioè la roba c'è, però per fare uscire un disco bisogna anche capire quando è il momento di farlo; in questo momento noi il disco ce l'abbiamo pronto e per i fans lo potremmo anche mettere fuori, anzi il nostro fan-base ci seguirebbe e sarebbe contento e noi saremmo contenti, però stiamo "sfruttando" il fatto che abbiamo tutta queste serie di date che ci permette di fare promozione con i concerti e quindi cercare di portare il nome "dARI" di nuovo un po' fuori per poi mettere fuori il disco. Al contrario di quando siamo usciti nel 2008 che prima è uscito un pezzo, abbiamo spaccato e poi abbiamo iniziato a suonare, adesso stiamo facendo esattamente l'opposto, spacchiamo ai live e poi facciamo uscire il disco. Questa è l'idea.
Abbiamo visto che siamo a metà tour, come sono andate le date precedenti? A distanza di anni, com'è stato rivedere il vostro pubblico?
Fasa: Sicuramente abbiamo avuto un riscontro dove anche noi ne siamo rimasti stupiti, nel senso che comunque sono andati molto bene; diciamo che quest'anno ci siamo anche permessi di dire "facciamo più date possibili", cioè ripartiamo proprio a suonare e vediamo come va. Fino adesso è andata molto bene, anche stasera, per esempio, abbiamo incontrato un sacco di persone che ci hanno detto "cavolo, non vi vedevo dal 2010" oppure "ho sempre voluto venire a vedervi ma non ci sono mai riuscito perchè all'epoca ero minorenne" e quindi adesso sono maggiorenni, con la patente e vengono ai concerti. Fa un effetto stranissimo e ovviamente fighissimo!
Come lo vedete ora il panorama musicale italiano? Attualmente quali band o cantanti italiani vi piacciono di più?
Fabio: Io non seguo molto il panorama italiano in realtà
Fasa: Adesso mi piacciono moltissimo e li ho ascoltati proprio qualche giorno fa i Thegiornalisti, sono molto bravi,. Calcutta secondo me spacca, e anche Cosmo.
In realtà secondo me c'è un po' un ritorno a vedere i concerti, nel senso che magari prima c'è stato un periodo hip-hop, comunque discoteche e si era un po' persa magari la vena della band che suona o dei cantautori, invece quest'anno molte band tipo appunto i Thegiornalisti o Cosmo attirano veramente un sacco di gente.
Dario: Ormai il problema fondamentale è che come al solito l'Italia è un imbuto, è successo anche a noi, abbiamo avuto il culo di essere nel giusto periodo, perchè avevamo i pezzi giusti, ed eravamo perfetti in quel momento. Adesso escono quelli dei format, delle piattaforme, che sono i vari talent e quindi l'attenzione è focalizzata su quel mondo lì che purtroppo per mio gusto manca un po' il discorso di background perchè tutti questi prodotti, ovviamente spaccano perchè cantano e sono bravi e se esci da lì è perchè sai cantare, hai presenza e nel programma sei stato il migliore però per la scuola che ho io mi manca tutto il discorso, come dicevo prima, del background e del "hai fatto delle cose". Non so a me piace a me il fatto di dire "ho fatto una canzone figa, spacca, adesso partiamo", in realtà lì poi finisco in un programma perchè ho una bella voce, perchè mi date il pezzo giusto e se riesco a interpretarlo e che me lo sento mio quando lo canto ti trasmetto delle cose; questa cosa non riesce tanto a prendermi personalmente. Nell'Indie si ci sono dei progetti validi però a cui manca tutto il supporto che possono avere appunto chi fa tv e radio.
Una curiosità, come sta Cadio e dov'è adesso?
Fabio: Cadio è andato a studiare in Cina con un master di architettura che ha vinto e quindi è una cosa anche molto prestigiosa. Poi adesso invece è finito a Los Angeles a fare un altro master per cui si è spostato da una parte all'altra del mondo e noi ogni tanto lo sentiamo, soprattutto io. Lui è molto contento della vita che sta facendo, verrà qui da noi per le feste però la sua esperienza con noi si è chiaramente conclusa. Siamo rimasti comunque in buoni rapporti.
Dario: Alla fine non è che puoi stare a contestare una scelta diversa.
In questa data a Padova, Walter vi apre il concerto e quindi abbiamo constatato che il vostro rapporto continua tutt'ora. Mentre con le altre band, Sonohra e Finley, siete ancora in contatto?
Dario: Si e no. Con i Sonohra no, non li ho più sentiti. Mentre con i Finley si, mi sono sentito con Carmine e c'è rispetto reciproco perché, comunque, vaffanculo suoniamo ancora. Questi che escono adesso hanno tutta la pompa dietro. Noi abbiamo avuto la pompa dietro, non abbiamo avuto la pompa dietro, abbiamo avuto dei problemi a gestire l'up, poi il down e capire cosa dovevamo fare e come dovevamo fare. Vogliamo suonare? Quindi suoniamo e penso la stessa cosa queste altre band che continuano a fare. Ci hanno dato addosso tutta la vita che eravamo finti, che eravamo tutto quel cazzo che vuoi e alla fine abbiamo fatto sold out a Vicenza e questa sera qui a Padova. Suoniamo noi, suona ancora Walter che sta portando avanti il suo progetto e alla fine dei conti siamo ancora qua. Magari non abbiamo MTV, non abbiamo le radio però questo non vuol dire nulla. Una cosa la fai perché ti rappresenta e, in questo momento, credo che le poche band qui nominate sono le uniche a fare cose vere.
Tre cose di cui non fareste a meno
Fabio: Il pubblico. Ad esempio noi in queste date stiamo facendo un'iniziativa del pacchetto crew pomeridiano, ovvero le persone che ci sono affezionate, che già nel 2008 ci seguivano e ancora adesso vengono a vederci, al pomeriggio noi le incontriamo e spesso ci portano tante cose, noi abbiamo dato loro il merch nuovo e abbiamo fatto dei poster speciali per loro. Teniamo molto a queste persone perché dopo otto anni sono ancora qui e ci seguono come una volta, anche senza MTV, senza le radio e senza i giornali.
Dario: Non possiamo fare a meno della prospettiva, dobbiamo avere una direzione, una spinta per fare delle cose.
E infine non possiamo fare a meno uno dell'altro perché abbiamo trovato un equilibrio, non funziona se non siamo noi tre.